“La mostra intende ricostruire, dagli inizi del novecento fino a toccare il nostro tempo, un percorso nell’arte del libero pensiero, nella ricerca audace, nella guerriglia eversiva, non scevra di aloni di follia e visionarietà, in espressioni disallineate, scomode, quindi spesso isolate, emarginate, impopolari, derise, ostacolate, ostracizzate, o addirittura censurate, di artisti che hanno operato e operano al di là del mainstream, che hanno indicato e indicano un’altra via possibile al nostro stare al mondo, che praticano una ricerca attivista, o meglio artivista, di frequente silenziosa, ma quantomai indispensabile strumento di resistenza con uno specifico potenziale di agire nel mondo. Parte tutto dal loro moto ribelle, della mente e dell’anima, che si fonde con la loro coscienza sociale e politica. D’altronde l’arte, per sua natura, è politica in quanto spazio relazionale”, scrive Cesare Biasini Selvaggi.
Il percorso espositivo, comprensivo di circa trenta opere tra dipinti, sculture, installazioni e fotografie, parte dalle avanguardie storiche, con una selezione di dipinti dal futurismo di Giacomo Balla (Forze di paesaggio + polvere, 1918), passando per il mondo immaginario di Yayoi Kusama (Polka Dots, 1990) e la pittura di Carla Accardi (Orli neri, 2000) tra le figure più rappresentative dell'astrattismo nel secondo dopoguerra. Dall’universo essenziale della modernità di Alex Katz (Turban, 1971) fino alla ricerca di protagonisti della creatività contemporanea, come l’artista concettuale Jan Vercruysse (Les Paroles XXII, 1998), Cindy Sherman con i suoi personaggi immaginari (Untitled #166, 1987) e
Catherine Opie (Miggi & Ilene, Los Angeles, California, 1995), una delle figure più importanti della fotografia contemporanea. La mostra si conclude con alcuni autori emergenti provenienti dal contesto dell’arte urbana, da Gonzalo Borondo (Cristo gif, 2021) a Laika (Self Portrait against war, 2024), artista mascherata, la cui identità rimane ignota.
Siamo ancora capaci di essere audaci? A questa domanda alcuni artisti contemporanei, come nel caso di Laika, Manu Invisible o di Andrea Villa (anch’esso nome d’arte), oggetto di un’approfondita ricerca condotta da Cesare Biasini Selvaggi, rispondono indossando una maschera. Nemici del politicamente corretto, senza paura di provocare il pubblico,
per la loro pratica artistica antagonista al sistema dominante continuano a ricevere intimidazioni e ingiurie. La maschera conferisce loro la spinta necessaria a continuare una ricerca libera, a esprimermi senza paura delle conseguenze, e a vivere un’esistenza normale quando non la indossano.
Audaci - Dalle avanguardie storiche agli artisti mascherati, l'arte del libero pensiero: a cura di Cesare Biasini Selvaggi
Current exhibition
17 Aprile - 30 Agosto 2025