(Bologna, 1935)
Valerio Adami nasce a Bologna nel 1935 e si forma all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano sotto la guida di Achille Funi, affinando una tecnica pittorica fondata sul disegno. Fondamentali per la sua formazione sono gli incontri con Oskar Kokoschka, Francis Bacon e Graham Sutherland, oltre al dialogo con scrittori e filosofi come Carlos Fuentes, Octavio Paz, Jacques Derrida e Italo Calvino.
Dalla metà degli anni Sessanta Adami si impone sulla scena internazionale con un linguaggio pittorico inconfondibile, caratterizzato da linee nette e campiture cromatiche piatte, che uniscono suggestioni pop e riflessioni letterarie e filosofiche. Ha partecipato a rassegne di primaria importanza come Documenta di Kassel (1964) e la Biennale di Venezia (1968, con sala personale), ed è stato protagonista di retrospettive nei principali musei del mondo, tra cui il Centre Pompidou di Parigi (1985), il Palazzo Reale di Milano (1986), l’IVAM di Valencia (1990), il Tel Aviv Museum of Art (1997) e il Museo de Bellas Artes di Buenos Aires (1998).
La sua opera, segnata da riferimenti alla mitologia, alla letteratura e alla politica, ha contribuito a ridefinire la pittura europea della seconda metà del Novecento, ponendo al centro il disegno come struttura portante della narrazione visiva. Vive e lavora tra Parigi e Meina, sul Lago Maggiore.